Cinisi - Guida Turistica

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.: CINISI
 Cinisi è un comune di circa 10mila abitanti della provincia di Palermo ai piedi del Monte Pecoraro. Cinisi è famosa grazie a Peppino Impastato, che ha lottato contro la mafia e le ingiustizie.
 Cinisi è una ridente cittadina della provincia di Palermo, di 10.654 abitanti. La sua origine viene fatta risalire al periodo arabo, quando, secondo alcune testimonianze storiche, gli abitanti, resistendo attorno al Castellaccio all'invasione dei Normanni, opposero una tenace difesa contro i nuovi dominatori, che riuscirono ad assoggettarli distruggendo i loro raccolti.
 Tracce della lunga presenza degli arabi si leggono ancora oggi nella toponomastica. Lo stesso nome di Cinisi deriverebbe dall'arabo Cins, da cui Kinisia che significa "territorio appartenente alla Chiesa".
 Di tale località fa esplicita menzione Idrisi nel suo "Libro di Ruggero".
 Punta Raisi (che ha dato il nome all'omonimo aeroporto), viene dall'arabo rais (capo); "favarotta", termine che designa un antico villaggio di pescatori ai confini occidentali del paese, viene dall'arabo fawar che significa sorgente. Anche la spiaggia di Magaggiari deriva da Margia-al-Giari che significa "largo del fiume che scorre", mentre il termine Margi, designa, in lingua araba, una pianura. Altra derivazione araba potrebbe essere Macagiar, o Muhagiar, da hagiar che significa pietra, terreno pietroso.
 Tra i molti altri nomi ricordiamo, ancora, "Ricchiena" che deriva dall'arabo Rucn, cioè angolo. Da qui la parola Ruccuàna che vuol dire "pietra angolare". Non è da escludere, tuttavia, come dimostrerebbero diversi rinvenimenti in varie contrade locali, che il paese abbia origini più antiche, tanto che termini latino di cinis potrebbe anche testimoniare la designazione di un luogo che i romani trovarono già distrutto al loro arrivo.
 Gli studiosi più laici credono che Cinisi deriva da cenere perché durante la dominazione normanna fu rasa al suolo e bruciata.
 Lo studioso G. Impallara sostiene che Cinisi deriva dal greco Kunos che significa cane per la forma di una collina che sovrasta la valle.
 Nel III sec. A. C. l'area intorno a Pizzo Corvo di monte Pecoraro fu campo di battaglia tra romani e cartaginesi. Gli arabi conquistarono Cinisi nell'IX secolo e la considerarono una beleda (terra). I normanni arrivarono a Cinisi nella seconda metà del XII secolo e ristabilirono la cristianità.
 Nel 1280 il territorio dell'attuale Cinisi fu conquistato da re Manfredi che ne fece dono al suo milite Matteo Pipitone.
 Successivamente il feudo fu ereditato da Alessandra nipote di Matteo, sposata con Nicola Violante.
 Da quest'unione nacque donna Violante, che, in seguito, andò sposa al giudice Fazio di Fazio al quale portò in dote il feudo di Cinisi.
 Fazio di Fazio, durante una visita alle sue proprietà, ebbe modo di vedere la chiesetta del Furi e di conoscere il genere di vita semplice ed umile che vi conducevano i monaci benedettini.
 Rimase colpito a tal punto che decise di lasciare il suo feudo ai monaci benedettini, in cambio chiedeva soltanto che essi avessero cura di seppellirlo con l'abito monacale.
 Tra il XIV e il XVII secolo furono costruite, lungo la costa, delle basi di avvistamento ( dette torri) che servivano per la difesa e il controllo del territorio.
 Sul territorio di Cinisi ne insistono tre: Torre Pozzillo, Torre dell' Orsa, Torre Molinazzo.
 Presso torre dell' Orsa, in seguito, fu edificata una tonnara, per lungo tempo gestita direttamente dai monaci benedettini: Nella seconda metà del XVIII sec. Cinisi ospitò G. Meli, famoso poeta dialettale che scrisse molte opere riguardanti Cinisi dell' epoca, ricca di mandorle, carrube, limoni, fichi, frassini sommacco. Il paese presenta vie larghe e regolari confluenti verso l'imponente complesso residenziale dei monaci benedettini che lo costruirono nel 1617. Il nucleo abitativo, tuttavia, si aggrega verso la fine del 1600, quando sorge la Chiesa di Santa Fara, protettrice dei cinisensi. Nel 1700 venne costruito il santuario della Madonna del Furi, meta di pellegrinaggi.